Che tra le conseguenze dell'emigrazione ci fosse pure la conoscenza del mondo è innegabile; ma non dovette esser certo quello il motivo per cui Arturo lasciò la patria. Altrimenti non si spiegherebbe perché mai, arrivato in America, il desiderio sia scomparso.
I motivi che lo spinsero alla partenza sono ignoti. Si possono avanzare solo delle ipotesi: visto che al liceo le sue idee incontrarono qualche difficoltà con alcuni professori, non era difficile supporre che in seguito, permanendo quelle idee, non avrebbe avuto vita facile in Italia. La prospettiva del carcere o peggio non rappresentava solo una ipotesi lontana. Inoltre la conoscenza della realtà contadina del Sud aveva suscitato in lui ben più della simpatia verso i compaesani cafoni: basta dare uno sguardo poco più che superficiale al
suo linguaggio negli scritti in italiano per rendersene conto. Infine, anche l'indole vivace e il desiderio di conoscere il mondo, come dice lui, o di conoscere da vicino altre culture che l'avrebbero arricchito poté spingerlo alla decisione, ma più che altro come incentivo, come prospettiva che la partenza poteva rivestire un carattere anche positivo.
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Nota n. 10 ad Appello all Giuria di Arturo Giovannitti
a cura di Corrado Paduano
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