La Leggenda di Caino
Parte Terza

Si levò fiero il maledetto. Un brivido
l'invase. Gli raggiava
ne la pupilla la radiosa luce
de la rivolta. Lanciò al cielo un ultimo
sguardo di sfida truce
poi si chinò e raccattò la clava.

E da quel giorno inesorato, invulnere
va pel mondo Caino,
e dovunque egli passa e si raggira
sopra le folle desolate scendono
la ribellione e l'ira
del suo pensier selvaggio ed assassino.


Ei va, e dovunque vede accette e fulgide
[xxxx] di sangue immonde
e derelitte l'umili ed indegne,
benedetti egli colpisce, ai reprobi
il suo odio trasfonde
e gli olocausti su gli altari ei spegne,

Cento despoti già sui troni lividi
ei scannò col pugnale
o strangolò nel buio, i troni egli arse
di cent'idoli infranti, e sopra i ruderi
e le rovine ei sparse
di cento glorie sanguinose il sale.

lnvan nei ceppi, invano ne la carcere
la forza lo coerse
[ei] coronate insanie e di livori,
chè oltre l'armi e le mura in una gloria
di raggi e di splendori
libero al sole il fulvo capo aderse-

O, quando [nel] delirio d'un tumultuo
innovatore e sacro,-
date scuri dovunque eran catene,
cantò un poema di feroci odii
e di gioie serene
in un'orgia d'amore e di massacro.

E sia che su gl'incendiì ei soffi il turbine
del nembo o sparmi avaro
l'olio a la lampa d'un profeta umano,
o le polveri, e i filtri, e i succhi ei mescoli
cauto per darli in mano
a la ragione che non ha l'acciaro,

E andrà, e andrà, finchè su l'are sordide,
d'umano sangue intrise,
non avrà spento con la ferrea clava
il mostro che gli diè ribelle l'anima
e volle farla, schiava
che lo seppe nemico e non l'uccise.

FINE

Autore: Arturo Giovannitti

FINE DELLA TERZA PARTE